Il gran buco che si chiama anima

cavaliereUn mezzo, che uccide l’anima, ma poi ne fa tante piccole scatole di conserva per il pubblico consumo, è sempre quello di mescolarla con la ragione, con le convinzioni e con l’azione pratica, ed è stato usato con successo da tutte le morali. filosofie e religioni. […] …non appena un’anima ha un po’ di morale, di religione o di filosofia, un’approfondita educazione borghese oppure degli ideali in materia di dovere e di bellezza, ecco che le è donato un sistema di precetti, clausole e istruzioni per l’uso, che essa deve osservare prima ancora di potersi credere un’anima degna di nota, e la sua massa incandescente, come quella di un altoforno, vien condotta attraverso un ben regolato sistema di crogiuoli.
Allora non rimangono, in sostanza, che logici problemi di interpretazione, per esempio se un’azione cada sotto questo o quel comandamento, e l’anima offre il tranquillo spettacolo di un campo dopo la battaglia, dove i morti giacciono immobili e si può veder subito se ancora si agiti o gema qua e là un residuo di vita. Perciò l’uomo affretta più che può il procedimento. Se lo tormentano crisi di fede, come accade talvolta in gioventù, passa tosto alla persecuzione degli infedeli; se è l’amore che lo tortura, lo trasforma in matrimonio; e se è sopraffatto da qualche entusiasmo si sottrae all’impossibilità di vivere in permanenza nel fuoco, incominciando a vivere per quel fuoco. Vale a dire, riempie i molti momenti della sua giornata – ciascuno dei quali richiede un contenuto e uno sprone – non con la sua condizione ideale ma con l’attività necessaria per la sua condizione ideale, cioè con i molti mezzi, ostacoli e incidenti che gli dànno certissima garanzia di non conseguirlo mai. Perché solo i pazzi, gli squilibrati e i maniaci possono resistere a lungo in mezzo al fuoco dell’entusiasmo; l’uomo sano deve contentarsi di dichiarare che senza una scintilla di quel fuoco misterioso la vita non gli parrebbe degna di essere vissuta.

R. Musil, L’uomo senza qualità, Einaudi, Torino (1957)